Per meditare occorre una tecnica.
Non si inizia improvvisando.
La meditazione parte da una base tecnica.
Da una “linea guida” da seguire.

Anche stare semplicemente seduti ad osservare l’aria che entra ed esce è una tecnica.
Anche contare i respiri è una tecnica.
Anche creare degli schemi con il flusso della respirazione è una tecnica.

Tecnica può significare anche “arte”.
Se vi piace di più e vi crea meno conflitto rispetto al pensare la meditazione come ad una tecnica, allora dite ” l’arte della meditazione “.
Ma da una base si deve partire.

La più semplice (e nelle cose semplici risiede una grande efficacia) è restare con il proprio respiro.
Poi ci sono anche tecniche più particolari e articolate, ma se non si parte dalla base e dalle cose semplici è anche inutile provarci.

Se non ti conosci, se non familiarizzi con te stesso stando nella semplicità del respiro, a cosa ti serve praticare metodi complessi?

La meditazione non è una cosa figa, non è una cosa che ti rende migliore di un altro solo perché la pratichi.

La meditazione è una possibilità per ascoltarsi e avere più coscienza di se stessi mettendo in pratica un metodo, un arte, una tecnica.
E se non partiamo da quello non cambierà mai nulla perché la nostra mente ci porterà a fare sempre come meglio crede, che non significa essere il meglio per noi.

Ho scritto tecnica molte volte perché deve restare impresso che la meditazione non è improvvisazione.
Può essere creatività, può essere scoperta, può essere vitalità, può essere confusione, smarrimento, disillusione, fatica, gioia…e tanto altro ancora che puoi sperimentare applicando una tecnica.

Giada Staffetta

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